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Varese – 8 maggio 2014 – da laprovinciadivarese.it
Due famiglie si coalizzano per perseguitare la vicina di casa: è stalking per cinque. A far scattare la denuncia i carabinieri della stazione di Varese che alla fine hanno bloccata la bizzarra quanto odiosa persecuzione. La vittima è una giovane varesina che vive sola. I cinque persecutori, incredibile da credere, sono i componenti di due diversi nuclei familiari: marito e moglie, da una parte, marito, moglie e figlia dall’altra.
Due famiglie che vivono nella stessa palazzina e che hanno deciso di coalizzarsi contro la malcapitata. Lei, la ragazza sola, si è ritrovata al centro di questa persecuzione condominiale in quanto ritenuta “rea” di inaccettabili scorrettezze. Come: il posteggio dell’auto in luoghi ritenuti inopportuni o comunque reputati anti regolamento dagli altri cinque, rumori ritenuti insopportabili, persino la gestione dei rifiuti pare non fosse conforme secondo l’opinione dei cinque fustigatori.
Che da quattro mesi erano passati al contrattacco: appostamenti, anche notturni, per vedere dove la donna posteggiava e intervenire. Messaggi ingiuriosi, anche scritti, lasciati nella cassetta delle lettere. Minacce di arrecare danni all’incolumità della donna se non si fosse conformata ai voleri dei vicini. E, naturalmente, gli insulti di ogni tipo. In questa situazione la ragazza viveva in un permanente stato d’ansia e paura ogni volta che tornava a casa sua. I cinque persecutori sono stati tutti denunciati. I militari hanno chiesto all’autorità giudiziaria una misura di divieto di avvicinamento alla vittima.
Da ilghirlandaio.it del 13 maggio 2014 di Teresa Potenza
La maxi fusione tanto attesa negli ultimi giorni appare ormai sempre più vicina: con la lettera d’intenti sottoscritta lunedì 12 maggio, Investire Immobiliare SGR (Banca Finnat), Beni Stabili Gestioni Sgr, Polaris Real Estate Sgr e i loro soci hanno tracciato le linee guida di una possibile integrazione. Quando l’operazione sarà conclusa, il nuovo soggetto diventerà la seconda Sgr italiana dopo Idea Fimit, grazie ai suoi 7 miliardi di euro di attività immobiliari, gestite attraverso circa 30 fondi.
Focus del nuovo operatore sarà l’housing sociale, cioè gli alloggi a prezzi contenuti destinati alle famiglie con reddito medio-basso. Un tema centrale, da tempo, in Europa e negli ultimi anni anche in Italia, dove però, fino a oggi, i progetti sono stati messi in pratica solo in minima parte. La maxi fusione che appare ormai alle porte potrebbe però ribaltare la situazione: le tre società contano già progetti di housing sociale nei rispettivi portafogli. Uno degli ultimi, finanziati da Fondazione Cariplo per esempio (che controlla Polaris), è il famoso condominio in legno di via Cenni a Milano, ma attraverso Fondazione Housing Sociale (FHS) Cariplo è presente in numerosi altri progetti del settore. Beni Stabili ha invece concluso di recente il collocamento del fondo di Housing Sociale Cascina Merlata, quella che sarà la sede del Villaggio Expo e che, dopo l’evento, sarà riconvertita in residenze di housing sociale. Mentre nel piano industriale approvato a marzo da Banca Finnat, l’housing sociale è uno dei settori su cui continuerà a concentrarsi l’Sgr.
Proprio a Milano le associazioni di categoria non risparmiano critiche sia nei confronti degli operatori privati, sia di quelli istituzionali. Un granello di sabbia che è ben lontano dal formare una montagna: questa è la politica di social housing in Italia secondo i sindacati del capoluogo lombardo. “Fino a oggi le iniziative non hanno prodotto alcun risultato significativo a Milano” ha ribadito al Ghirlandaio Stefano Chiappini, segretario generale di Sunia Milano. Una quota così irrisoria da non poter neppure essere presa in seria considerazione: “E comunque, il social housing non può essere alternativo a una politica di rilancio delle case popolari, può essere invece una misura in più per affrontare un problema che coinvolge troppe famiglie sfrattate per morosità incolpevole, circa 12 mila nella sola Milano”, su un totale di quasi ventimila.
E dal momento che l’emergenza sfratti sta diventando un’emergenza sociale, “social housing” diventa solo un concetto “trendy”, che fa tendenza, ma che non è quello che serve oggi. Il social housing verrebbe certamente in aiuto a questa situazione, soprattutto se agevolasse l’affitto, con canoni decisi in base al reddito. “Ecco perché critichiamo anche il governo, che ha messo soldi per l’housing in proprietà: si continua a pensare che il problema casa si possa risolvere incentivando la vendita, mentre il punto fondamentale è l’affitto”.
A oggi, la quota di housing sociale a Milano è, come si diceva, molto bassa. Nel complesso, si stima che le richieste inevase siano state in Italia 650 mila, di cui oltre 55 mila in Lombardia, dove sono stati assegnati solo 10 mila appartamenti. “Per questo motivo, fra le proposte fatte nel corso del nostro ultimo congresso (ad aprile, n.d.r.) abbiamo posto al centro la necessità di una politica di sostegno e di agevolazione fiscale, indirizzata soprattutto all’housing in affitto” ha aggiunto Chiappini: l’obiettivo è allinearsi alle quote degli altri Paesi europei, dove la percentuale delle famiglie in locazione oscilla fra il 30 e il 40%, contro il 25% di Milano. Data la situazione, il Sunia Milano si sta preparando ad altre due iniziative: nella prima, intorno alla metà di maggio, farà sedere intorno a un tavolo sindacati e rappresentanti delle istituzioni milanesi e lombarde per fare il punto su quanto “sta bollendo in pentola”, ma anche sul piano di risanamento di Aler. A fine mese invece, dopo l’approvazione del Piano Casa, una grande assemblea pubblica, un’iniziativa che promette di mobilitare migliaia di persone: da tutte quelle colpite dagli sfratti, a quanti continuano a pagare in nero i propri canoni.
PENSARCI PRIMA …. OGGI L’UNICA DIFESA PER IL CLIENTE CONDOMINO CONSUMATORE: scegliere la struttura aziendale di Unicasa, dove i controlli sono incrociati, dove le procedure NON consentono all’amministratore di disporre liberamente dei fondi gestiti.
Da messaggeroveneto.it di Alessandra Ceschia 7 maggio 2014
UDINE. Per anni l’amministratore di un condominio in via Malborghetto ha incassato la rata dai 25 inquilini del palazzo a saldo delle spese condominiali. Eppure, molti di quei conti non sono mai stati saldati. Le famiglie residenti lo hanno appreso nel peggiore dei modi: attraverso una diffida di pagamento inviata dall’Amga che lamenta insoluti per 43 mila euro, stando a una prima, sommaria, ricognizione.
E non è tutto, perché l’amministratore in questione avrebbe “dimenticato” anche di pagare il giardiniere, le fatture relative e lavori di pulizia, la manutenzione e collaudo dell’ascensore, la manutenzione della centrale termica e i lavori idraulici, e l’elettricità e le altre utenze, per un importo ancora non ben quantificato. Nemmeno la compagnia assicuratrice era stata saldata.
È partita così l’azione di 25 famiglie che, una dopo l’altra, nei giorni scorsi, hanno cominciato a presentare denuncia querela alla stazione dei carabinieri di Udine Est. Ad assisterli è Federconsumatori.
«Non abbiamo ancora il quadro completo della situazione – mette le mani avanti l’avvocato di Federconsumatori , ma stando ai dati che abbiamo in mano sembra che le condotte ascrivibili al geometra-amministratore di condominio siano state tenute come minimo a decorrere dal 2012 ….. invitiamo chiunque si trovasse nella stessa situazione a contattarci anche perché lo stesso professionista si è occupato della gestione di una ventina di altri condomini».
Probabilmente la definizione da http://www.lagazzettapalermitana.it/i-consigli-sul-mondo-immobiliare-di-un-giovane-imprenditore-104/ non è sbagliata. Il “giovane imprenditore” citato nell’articolo aggiunge: “L’agenzia immobiliare altro non è che il punto d’incontro tra domanda ed offerta, ciò comporta un vantaggio sia per l’acquirente che per il compratore dell’immobile”.
Qui siamo meno d’accordo: limitare l’attività all’essere “venditore della casa, della cosa” significa non considerare tutti i servizi che si possono e si devono offrire. Significa vedere l’agente immobiliare attivo solo quando la “casa, la cosa, si vende”.
Ed invece il consulente immobiliare ha quale primo obiettivo la valorizzazione “della casa”, delle proprietà immobiliari dei propri Clienti; e quindi interviene ed è consulente quando la proprietà immobiliare non produce reddito o lo produce in modo insoddisfacente, quando una ristrutturazione può aumentarne significativamente il valore (sia ai fini del reddito che in caso di vendita), con la padronanza degli strumenti fiscali e finanziari, quando la modifica anche solo dell’arredo permette di aumentare il reddito prodotto, ecc.
Questo è il “nostro consulente immobiliare”: l’estensore di quella cultura dei servizi che è la base del progetto e dello sviluppo del gruppo Unicasa Italia, prima rete di amministratori di condominio in Italia.
6 maggio 2014, pubblicato da Federica Tordi in: Comprare immobile Crisi Economica Economia Mercato
Molto spesso leggiamo che Milano anticipa le tendenze che poi si diffonderanno a livello nazionale e, mai come in questo caso, bisognerebbe davvero augurarselo, almeno per auspicare alla ripresa del mercato immobiliare. Una ricerca condotta da Makno, per conto di Assimpredil Ance e della Camera di Commercio milanese, ha dimostrato che sta crescendo il numero di milanesi residenti in città e in provincia che intende comprare una casa entro i prossimi due anni. La cifra è praticamente raddoppiata in città nell’ultimo triennio, passando dal 6,1% del 2011 all’attuale 12,2%; mentre nell’Hinterland si è passati dal 2,6% al 7,6%. Certo questi numeri stanno ancora attendendo di tradursi in un effettivo aumento delle compravendite.
Oltre agli appena citati milanesi pronti a pensare seriamente a un nuovo acquisto, ce ne sono altri (12%) che lo sarebbero allo stesso modo a patto di poter usufruire di speciali finanziamenti come permuta agevolata (27%), patti di futuro acquisto (45%) e mutui che coprono l’intero valore dell’immobile (37%).
Oltre al pensiero di una nuova casa, che segnala quanto meno una speranza di positività per il futuro, rincuora sapere che chi vive a Milano e in provincia è decisamente soddisfatto della sua abitazione attuale e le attribuisce un voto medio di 7,9. Gli aspetti che soddisfano maggiormente i cittadini sono la luminosità, l’atmosfera e la vivibilità. Voti più bassi, ma comunque sempre abbondantemente superiori alla sufficienza, sono stati assegnati a dimensione, divisione delle stanze, arredamento, silenziosità e rifiniture. Il voto più basso in assoluto (7,1) è andato all’esterno, ossia giardini e balconi.
In questi anni è cresciuto il numero di chi vorrebbe comprare in un grande condominio, possibilmente in una zona tranquilla, parametro che ha acquisito sempre più importanza nella scelta di una casa da acquistare. L’interesse dei cittadini milanesi e dell’Hinterland si è spostato verso appartamenti di dimensioni più piccole, mediamente tra i 60 e gli 80 metri quadrati, meglio se arredati.
Che Milano stia diventando polo di attrazione sempre maggiore anche dall’esterno è dimostrato dal fatto che il 36% di chi attualmente vive in provincia e cerca casa lo sta facendo con l’obiettivo di spostarsi entro i confini della città.